CHE COS'È LA GRAFOLOGIA
Se una persona vi domandasse cos’è la Grafologia cosa rispondereste? Molti di voi non saprebbero dare una risposta a questa domanda.
La grafologia si può definire una scienza umana affine alla psicologia che ha per oggetto lo studio della personalità attraverso la scrittura.
L’interesse per lo studio della scrittura ha origini antichissime, si pensi che già in Cina, diversi secoli prima della nascita di Cristo, si ipotizzava un legame diretto tra grafia e temperamento.
In Occidente, nel IV sec. a.C., fu Aristotele ad essere attratto, per primo, dall’espressività del segno grafico, “rivelazione dell’anima e del discorso”. Egli affermava infatti che “così come nel parlare gli uomini hanno voci diverse, anche nello scrivere non sono tutti uguali”.
In epoca romana, un’importante testimonianza ci viene dallo storico e biografo Svetonio, autore dei “Vite dei dodici Cesari”. Analizzando la grafia dell’Imperatore Ottaviano Augusto, di lui così scrive: “Non separa le parole, né le spezza per riportarle a capo. Questa è la scrittura di un uomo la cui mente è governata dal cuore”.
Durante il Medioevo, lo studio della personalità effettuato attraverso la scrittura, non fu un’arte riservata esclusivamente a maghi e alchimisti. Anche i monaci, al chiuso dei loro chiostri, praticavano tale disciplina.
Tuttavia bisogna attendere il XVII secolo perché venga alla luce il primo testo che tratti esaustivamente l’argomento. Il suo autore fu Camillo Baldi (1547-1634), docente di Logica e Metafisica all’Università di Bologna e autore, nel 1622, di un Trattato dal titolo “Come da una lettera missiva si conoscano la natura e la qualità dello scrittore”.
Il principio fondante della nuova disciplina è per lui costituito dall’inimitabilità delle scritture individuali e dalla stretta relazione tra modo di scrivere di un individuo e i suoi particolari psicofisici.
Il noto filosofo e storico tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) esprime il suo parere sullo studio della scrittura e palesa il suo convincimento che via sia uno stretto legame tra scrittura e carattere: “la scrittura esprime quasi sempre in uno o in altro modo l’indole nostra, ammeno che non sia opera di un calligrafo”.
Nel 1774 è il teologo svizzero Johann Caspar Lavater (1741-1801), a dedicare un capitolo della sua opera “Physiognomishe Fragmente zur Beforderung der Menschenkenntnis und Menschenliebe” (Frammenti di fisionomia) a osservazioni di tipo grafonomico, concentrandosi in particolare sullo studio dei rapporti tra fisionomia e carattere.
Nel 1812 venne pubblicata a Parigi un’ opera completamente incentrata sulle relazioni tra scrittura e carattere dal titolo “L’art de juger de l’esprit et du caractère des hommes sur leur écriture”, e attribuita in seguito ad E. Hocquart (1787-1870), in cui lo studio grafonomico viene affrontato, per la prima volta, su basi sperimentali.
E’ proprio grazie a questi ultimi due personaggi che prenderà corpo un movimento che condurrà gradualmente la grafologia fuori dal rango dell’empirismo, avviandola sulla strada del rigore scientifico: verranno così presi in esame i singoli aspetti della scrittura e attribuiti ad essi delle costanti. Assistiamo così alla nascita delle varie correnti grafologiche nei vari paesi d’Europa. Si può quindi sin da ora parlare di singole “Scuole” di grafologia e tra le più significative, quella francese, la tedesca, la svizzera, l’inglese e quella italiana con il suo fondatore l’abate Girolamo Moretti.
Storia della perizia
Si può dire che il falsario, o per lo meno le persone abili nell’imitare la scrittura degli altri, è probabilmente nato nello stesso momento in cui l’uomo è stato in grado di comunicare attraverso la scrittura.
La prima perizia della storia, peraltro poi risultata essere errata è citata nel Digesto di Giustiniano (539 d.C.) dove fu dichiarato falso uno scritto autografo.
La prima vera perizia risale al 1579 per una firma contraffatta del re Carlo IX, l’anno successivo i periti si riunirono in una corporazione detta “Comunità di scrivani esperti verificatori” e ricevettero delle “lettere patenti” che li qualificò “Maestri giurati Scrivani, Esperti verificatori in scritture e firme, conti e calcoli contestati in giudizio”.
La prima opera sulla perizia fu “L’avis pour juger les inscriptions et faux di Francois Demelle (1619).
Dopo varie sconfitte, tra cui primeggia l’affare Dreyfus (1984) i periti calligrafi tendono a scomparire e si fa largo la Grafologia francese di Crepiex-Jamin e il suo allievo Solange Pellat che all’inizio del XX secolo, crea la “Società Tecnica dei Periti della Scrittura.”
In Italia la grafologia si può dire che nasce grazie intorno al 1917 quando Girolamo Moretti pubblica il primo trattato di grafologia, da questa data la grafologia è cresciuta, si è sviluppata fino ad arrivare ai giorni nostri.
In definitiva come su può definire l’oggetto della perizia?
L’oggetto della perizia è l’acquisizione di dati o valutazioni (art. 220 C.p.p.) ai fini della verifica di una mano scrittura (o documento), “stricto sensu” l’accertamento dei fatti diretti a fornire la prova (art. 187 C.p.p.) o gli indizi gravi, precisi e concordanti (art. 192 C.p.p.) che la scrittura è autentica o falsa. “Lato sensu” ed alle stesse condizioni probatorie, che essa proviene da un certo autore, malgrado il suo camuffamento (dissimulazione, anonimo grafia): scopo identificatorio dunque.
Metodo grafologico utilizzato
Il metodo grafologico-peritale che io utilizzo è il metodo della scuola Francese, infatti i miei studi sono stati svolti, e continuano anche ora con seminari e convegni di approfondimento con la scuola Ce.S.Graf (Centro Studi Grafologici) di Roma, diretta dalla Dott.ssa Mele e dalla Dott.ssa Lorella Lorenzoni, scuola accreditata dal Ministero della Giustizia, iscritta nel relativo elenco ufficiale (v. link http://www.cnel.it/445)
Breve storia del metodo francese
Sin dal 1830, in Francia sorse una Società Grafologica e una relativa scuola, curata da ecclesiastici. Esponenti di tale accademia furono l’abate Flandrin, ma soprattutto, l’abate Michon.
Jean-Hyppolite Michon (1806-1881), cui si deve il conio della parola “Grafologia”, convinto che ogni atto dell’essere umano sia espressione dei suoi sentimenti, stimoli e sensazioni, afferma che è nella scrittura che si imprimono le diverse proprietà dello scrivente. Merito fondamentale del Michon è quello di aver fatto della grafologia una “scienza ragionata”. Nella sua opera maggiore, Méthode pratique de graphologie del 1878, l’abate illustra il suo metodo, basato sulla teoria dei segni fissi, per cui ad ogni singolo segno grafico corrisponde un particolare e ben definito aspetto del carattere. Michon, pur interpretando la scrittura come qualcosa di statico e non come il riflesso della psiche individuale, può comunque essere considerato il padre della grafologia moderna. A sviluppare le sue tesi, ci penserà il suo discepolo J. Crépieux-Jamin.
Con J. Crépieux-Jamin (1859-1940) la grafologia diviene una scienza razionale, basata sull’osservazione empirica, regolata da leggi precise e suscettibile di verifica sperimentale. Il metodo di classificazione jaminiano è caratterizzato dalla ripartizione in sette generi fondamentali (pressione, velocità, forma, dimensione, direzione, continuità, ordine) e 175 differenti specie con modi diversi. Contrariamente al suo predecessore, Crépieux-Jamin collega le qualità psichiche non a un singolo segno, ma ad un complesso di segni, cercando di risalire dal gesto grafico alle cause psicofisiche che lo determinano.
Cos’è la scrittura?
La scrittura è un comportamento espressivo, come camminare, gesticolare, etc , prodotto da un’intensa e complessa attività neuronale. E’ un gesto automatizzato e posto in essere spontaneamente. Rappresenta la personalità nella sua evoluzione, perché raccoglie i messaggi che il cervello registra nel tracciato grafico, come prodotto di tutto il sistema nervoso centrale e neuromuscolare periferico.
Che cosa è la grafologia?
La grafologia è una scienza umana che permette di comprendere il carattere, le attitudini e la potenzialità di una persona attraverso la sua scrittura.
A cosa serve?
In generale serve a capire chi siamo effettivamente noi e chi sono (al di là delle apparenze) quelli che ci circondano; non solo: è possibile analizzare le personalità di soggetti lontani nel tempo e nello spazio.
Si può utilizzare la grafologia come stimolante intrattenimento salottiero ma può anche diventare una vera e propria professione. Molte sono le applicazioni specifiche, come ad esempio:
- perizie in ambito giudiziario ed extra-giudiziario (firme contestate, anonimografie, ecc.)
- consulenze di coppia
- selezione del personale
La grafologia giudiziaria o perizia grafica di cosa si occupa?
La perizia grafica è una consulenza tecnica mirata ad accertare l’autenticità o meno dei documenti contestati.
La perizia grafica è una consulenza tecnica mirata ad accertare l’autenticità o meno dei documenti contestati. Nella perizia grafica , il compito del perito giudiziario è quello quindi di rispondere al preciso quesito circa la riconducibilità o meno di uno scritto al tale “X” o ad “Y” e di conseguenza la correlata indagine sulla sua eventuale falsificazione o parziale alterazione.
N.B: in perizia non devono assolutamente essere inserite considerazioni che esulano dall’attività di stretta pertinenza peritale.
La grafologia è una professione riconosciuta e regolamentata?
Si, è stata riconosciuta dalla legge 3 del 2014 e viene regolamentata pur non essendoci un albo dall’AGP o dall’AGI che riuniscono le varie scuole riconosciute.
La grafologia studia il contenuto dello scritto da analizzare?
No, la grafologia studia il gesto grafico nel suo movimento e nel suo divenire, perché esamina la forma, il disegno e il movimento, non nel senso però di prodotto meccanico della mano, ma del cervello che esprime la struttura propria ed esclusiva dello scrivente.
Che significato ha la firma?
La firma va esaminata e valutata con i criteri e i parametri tipici del testo e il suo significato va sempre rapportato a quest’ultimo; descrive il modo di essere intimo del soggetto. Ciò che è rilevante è che occorre stabilire se tra firma e testo esista un rapporto di conformità. In caso di difformità può significare la presenza di meccanismi di compensazione nello scrivente.
Esistono grafie identiche?
No, proprio perché il gesto grafico esprime l’unicità della personalità dello scrivente, ogni scrittura è un prodotto unico e irripetibile, anche quando presenta vistose somiglianze con altre grafie. Non esistono infatti due personalità uguali.
MATERIALE INFORMATIVO
http://www.puntografologia.it/video/il-grafologo-cortometraggio-c3058.html